Polli e galline
Chi sono?
I polli sono animali interessanti e curiosi, intelligenti quanto i mammiferi, come i cani, i gatti e anche i primati. Sono molto socievoli e amano passare il tempo insieme, razzolando in cerca di cibo, pulendosi le piume in bagni di polvere, appollaiandosi sugli alberi e stando distesi al sole. I polli sono animali precoci. Le galline comunicano coi piccoli non ancora nati, i quali rispondono pigolando da dentro l'uovo!
Quando vivono liberi, i polli formano gerarchie sociali complesse, note come "ordine di beccata" e ogni pollo conosce il suo posto nella scala sociale e ricorda le facce e il "grado" di oltre 100 volatili. Chi ha passato del tempo coi polli sa che ogni volatile ha la sua personalità che spesso è legata al suo ordine di beccata - alcuni sono gregari e senza timori, mentre altri sono più timidi e stanno in guardia; alcuni polli apprezzano la compagnia umana, mentre altri amano stare per conto proprio, o sono timidi o anche un po' aggressivi. Proprio come i cani, i gatti, e gli stessi umani, ogni pollo è un individuo con una sua specifica personalità.
« I galli domestici che hanno la possibilità di vivere liberi, secondo Valerie Porter, esperta di volatili domestici, sanno "esprimersi" come i loro antenati selvatici, e sono in grado di emettere diversi richiami per indicare "scoperta di cibo, allarme, rivendicazioni territoriali, preoccupazione, paura, piacere, frustrazione, dominanza, appagamento e così via". Quando un gallo trova qualcosa di prelibato da mangiare chiama la sua femmina preferita, con un tono sommesso e una voce particolare riservata solo a questa occasione. La femmina a sua volta fa lo stesso per guidare l'attenzione dei pulcini verso un cibo specifico. [Masson] »
Storie e aneddoti
« Karen Davis, autrice del libro "Prisoned Chickens, Poisoned Eggs" (Polli imprigionati, uova avvelenate), racconta che la sua gallina, Muffie, aveva fatto amicizia con una tacchina, Mila. "Uno dei loro rituali preferiti" racconta Karen "aveva luogo di sera, quando riempivo le ciotole col tubo dell'acqua. Muffie e Mila seguivano insieme i rivoletti sul terreno per abbeverarsi, Muffie sfrecciando e bevendo come una vispa fatina marrone, Mila dondolandosi e sorseggiando trasognata, emettendo a intermittenza note flautate". Non erano cresciute insieme, eppure avevano creato un legame molto forte. Sapevano di essere diverse, ma questo non pareva fare alcuna differenza per la loro amicizia. Era chiaro che si piacevano. [Masson] »
William Grimes, autore di un libro sull'intenso rapporto con un grosso pollo Black Autralorp, che un bel giorno si è insediato nel giardino di casa sua, afferma che alcuni polli hanno un senso dell'umorismo notevolmente sviluppato. Grimes scrive che Chicken (l'ha battezzato così) sembrava avere una gran voglia di giocare:
« "Era per puro caso che arrivava di soppiatto alle spalle di Yowzer, un gatto che aveva una crisi di nervi tutte le volte che veniva colto di sorpresa? Ho osservato più e più volte Chicken avvicinarsi cautamente mentre Yowzer era girato dall'altra parte, lanciare un paio di strilli e poi rimanere a guardare mentre il gatto faceva un salto verticale di oltre mezzo metro. Dopo un agguato ben riuscito, Chicken correva via baldanzoso, con un coccodè che pareva una risatina". [Masson] »
Susanna, della provincia di Roma, ci parla della gallina Fernanda:
«
Due anni fa tornando a casa ho trovato una gallina nuova
nel recinto... C'erano Cocca, Clara, Serafina, Rosalba, Bianca
e Bianchina, e poi c'era lei: una gallina più scura delle
altre in disparte... Mio nonno mi disse che ce l'aveva portata un nostro vicino di casa.
Le altre galline l'allontanavano (hanno una gerarchia
molto "severa") e così lei ha cominciato a seguirmi. Ha
imparato il suo nome e ora anche se è integrata nel gruppo
quando la chiamo viene, quando corro mi segue e quando la
voglio prendere in braccio non scappa e mi viene incontro.
E' bellissimo avere la fiducia di una gallina.
Ora Fernanda ha 6 anni,
conosce il suo nome e va pazza per la scarola e le foglie
di cavolo, ed è per me una gallina speciale!
»
Valter, dalla provincia di Torino, ci racconta un fatto successo qualche anno fa:
« Una sera c'era stata una di quelle nevicate improvvise, quelle che arrivano dall'est, quando alla mattina c'è il sole e nel giro di un paio d'ore ti trovi il cielo coperto e trenta centimetri di neve. Le galline non erano rientrate come al solito nella loro casina e temetti subito un assalto delle faine, anche se di giorno era strano. Presa la torcia ho provato a cercarle nel prato, a chiamarle, e con mia sorpresa le ho trovate disperse qua e là, sparpagliate nel candido della neve fresca; accoccolate e tremanti sotto la luce della torcia e il pallore della luna che si faceva di nuovo vedere tra le fronde nere degli alberi. Si sono fatte prendere docilmente, e stringendomele al petto potevo sentire il loro cuoricino battere forte per poi tranquillizzarsi. Quando erano di nuovo tutte nella loro casetta e le guardavo sistemarsi per la nanna, ho provato forse per la prima volta, intensamente, la vergogna di un "buon brodo di gallina". Ho capito che non sono tanto diverse dai gatti o dai cani, che non sono "carne", ma creature capaci di emozioni, paure e felicità come ogni essere su questa Terra. »
Racconta Federica, che vive in campagna con vari animali:
« Ho una gallina molto timida, è con noi ormai da 6 anni, ma non è per niente abituata a noi! E' una chioccia maldestra, con un grande istinto di covare, ma dopo la nascita dei pulcini, non è mai stata molto in gamba nel crescerli. Se li perdeva in giro per il giardino, si dimenticava di averli al seguito e andava per i fatti suoi, mentre loro pigolavano come dei disperati. Avendo dei galli c'è sempre il pensiero che le uova possano essere fecondate e in famiglia dobbiamo ricordarci di controllare ogni giorno che non ci sia qualche gallina che cova, altrimenti ci ritroveremmo sommersi dalle galline (infatti i 6 galli sono il risultato di alcune covate e non conoscendo nessuno interessato a prenderli e NON mangiarli, ce li siamo tenuti tutti). Ma lei, niente da fare, piuttosto si nasconde sotto la casetta dei conigli, ma se vuole covare, DEVE covare.
Tre anni fa, poverina, siamo riusciti nell'intento di non farle covare le uova, tra me e mio figlio siamo riusciti a toglierle tutte. Anche l'oca aveva fatto delle uova e così la gallina, come ultima spiaggia, ha deciso di covarle. Non mi sono sentita di toglierle anche quelle. Così ha covato le uova d'oca! Quando sono nati i piccoli, lei, chissà come, ha trovato l'istinto che le mancava! Li ha tirati su bene, cercando di insegnar loro a razzolare, tenendoli sempre d'occhio. E poverina, come si spaventava se li mettevamo nel laghetto! Quando sono diventati grossi come lei, non li ha più curati e loro sono andati automaticamente dai genitori "biologici". In questi ultimi anni ha ancora avuto modo di covare qualche uovo (uno questa primavera) e finalmente è diventata una brava chioccia. »
Masson, nel suo libro parla di Kim Sturla, del rifugio californiano Animal Place, che racconta di una gallina trovata in una discarica cittadina, una gallina anziana col becco gravemente danneggiato da uno "sbeccamento" riuscito male. L'operazione di taglio del becco è sempre molto dolorosa per gli animali, viene praticata senza anestesia e, dato che viene sempre svolta in fretta, a volte causa lesioni permanenti che causano molta sofferenza all'animale. Kim portò la gallina, che chiamo Mary, al suo rifugio, dove fece amicizia con Notorius Boy, un giovane gallo. Anche senza attrazione sessuale, data l'età di Mary, i due si volevano molto bene, e passavano tutto il tempo assieme, ignorando gli altri animali. Prendevano il sole, cercavamo il cibo, dormivano, tutto sempre insieme.
Racconta Kim:
« "Il loro luogo preferito per dormire era lontano dal pollaio: avevano scelto un tavolo da pic-nic fuori dalla finestra della cucina. Quando arrivarono le prime piogge invernali e iniziò a diluviare, Kim uscì per portarli al coperto. Li trovò rannicchiati insieme, Notorius Boy con un'ala avvolta intorno a Mary per proteggerla dal vento e dalla pioggia, proprio come una chioccia che protegge i suoi pulcini." [Masson] »
Filmati
Gallina che si fa accarezzare (contributo di Ilaria)
Una gallina in libertà che accudisce i suoi pulcini
Vuoi salvarli?
Così è come questi animali potrebbero vivere se fossero liberi o vivessero a contatto con l'uomo in un rifugio o in stato di semi libertà. Invece, questi animali vivono quasi tutti in allevamenti intensivi, e non è loro lasciata alcuna possibilità di esprimere le loro caratteristiche naturali. Nei prossimi paragrafi verrà spiegato come vivono e come muoiono questi bellissimi e affettuosi animali nella realtà. Ma ricorda che...
La differenza sei TU!
Se vuoi salvare questi animali il modo migliore è... smettere di mangiarli!
Non mangiare loro e i loro prodotti (uova e tutti i prodotti che contengono uova), ottenuti comunque attraverso la loro sofferenza e la loro morte, ti permette di salvare innumerevoli vite innocenti e anche... di migliorare notevolmente la tua salute!
E' facile, ecco come fare: Salva questi animali!
Come vivono nella realtà...
Per la produzione di uova, le galline sono costrette a vivere (fino a gruppi di quattro) in gabbie delle dimensioni di un foglio A3. Le loro ali si atrofizzano a causa dell'immobilità forzata; crescendo a contatto della griglia di ferro della pavimentazione, le loro zampe crescono deformi. Per aumentare il profitto, molti allevatori usano razze manipolate geneticamente, destinate a soffrire ulteriormente, a causa di dolorosi disturbi ossei e difetti della spina dorsale.
Negli allevamenti che producono galline ovaiole, i pulcini maschi (inutili al mercato in quanto non in grado di produrre uova, né adatti alla produzione di carne di pollo) sono gettati vivi in un tritacarne, o soffocati in buste di plastica, o schiacciati in apposite macchine per diventare mangime, mentre a quelli femmina viene tagliato il becco per impedire loro di beccare a morte le compagne. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri simili alla carne che gli umani hanno sotto le unghie, è così dolorosa che molti pulcini muoiono per lo shock. Inoltre, questa operazione lascia spesso scoperti i terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell'animale.
Non appena la produttività delle galline diminuisce sotto il livello fissato, di solito dopo 2 anni, sono sgozzate per diventare carne di seconda scelta.
I polli "da carne" non godono certo di un trattamento migliore: sono allevati in capannoni affollatissimi, fino a 10-15 polli per metro quadrato, sotto la luce sempre accesa, perché crescano in fretta. In 38 giorni gli animali raggiungono il peso ottimale per la vendita, un peso enorme raggiunto in troppo poco tempo, così che la struttura ossea non riesce a rinforzarsi a sufficienza per reggerlo. A 45 giorni vengono ammazzati, mentre in natura potrebbero vivere fino a 7 anni.
La stessa sorte tocca ai tacchini. Le oche sono ancora più sfortunate, perché vengono sottoposte al "gavage": immobilizzate, vengono ingozzate con un imbuto fino a che il loro fegato si spappola, per produrre così il famoso "paté de foie gras". Anche i fagiani sono allevati in batteria, per poi essere liberati e poter servire da bersaglio ai cacciatori, o, nella migliore delle ipotesi, ai predatori che si trovano nelle riserve di caccia. Se non uccisi da cacciatori o predatori, muoiono ugualmente dopo pochi giorni perché non sanno procurarsi il cibo da soli.
Racconta Masson nel suo libro, in relazione a una sua visita a un allevamento di "broiler", cioè i polli "da carne":
« Nessuno immaginerebbe mai cosa c'era in quei giganteschi capannoni verdi. Ognuno di essi ospitava venticinquemila polli broiler più o meno per un mese. Il giorno della nascita, i pulcini vengono consegnati da un camion e scaraventati in uno di quegli enormi depositi, dove vivono il loro unico mese di 'vita', fino a quando non sono condotti al mattatoio. [...] Mi ero aspettato baccano e un odore tremendo. Invece c'era una quiete mortale; la quiete, mi è sembrato, della disperazione, non dell'appagamento. [...] L'obiettivo è farli mangiare il più possibile, soprattutto durante l'ultima settimana, così raggiungono il peso idoneo in brevissimo tempo e con un investimento minimo. Computer distribuiscono il cibo, computer sollevano le mangiatoie regolandole all'altezza giusta man mano che i polli crescono; tutto è curato, come si addice alla gestione d'una merce. [...]
Tony mi ha spiegato che, ogni giorno, attraversa quel capannone affollato e soffocante per raccogliere i polli morti e moribondi ed eliminarli. [...] Tony ha detto: 'raccatto anche quelli che non crescono. Non vale la pena tenerli. Non c'è guadagno, sono inutili bocche da sfamare'.". Aveva quattro capannoni, quindi centomila polli. Ognuno valeva circa venticinque centesimi. Così poco? 'Beh, bisogna fare la somma: centomila al mese, anno dopo anno. Ma il capannone con i computer e le macchine sofisticate costa più di mezzo milione di dollari." [Masson] »
... e come muoiono nella realtà
Quando è ora di andare al macello, questi poveri animali sono inscatolati in malo modo in gabbie in cui sono così stretti che non riescono nemmeno a respirare, le gabbie sono messe l'una sopra l'altra, così che gli escrementi degli animali nelle gabbie che stanno più in alto finiscono addosso a quelli che stanno sotto, e poi inizia il calvario del viaggio.
Una volta giunti al macello, gli animali vengono appesi a testa in giù ai ganci metallici della "catena di smontaggio", terrorizzati e sofferenti. Se i lavoratori del macello hanno pietà e intendono seguire le norme, vengono poi storditi con ossido di carbonio, altrimenti vengono direttamente sgozzati a vivo.
Guarda come sono costretti a vivere e morire
Filmato: Allevamento e macellazione di polli
Galleria fotografica di allevamenti e macelli
Salvali...
Dipende solo da te.