Pesci e crostacei
Chi sono?
Anche se sembrano molto diversi da noi, i pesci in realtà sono animali comunicativi e sensibili. Senza l'osservazione e l'aiuto di un equipaggiamento sofisticato, tuttavia, è facile lasciarsi sfuggire la complessità di questi animali acquatici.
I pesci hanno vibrisse sulla schiena che registrano vibrazioni e campi elettrici, ed hanno papille gustative nella gola, così come nel naso e nelle labbra. Usano la bocca più o meno come noi usiamo le dita, per afferrare ed esplorare gli oggetti, per raccogliere cibo, costruire rifugi e prendersi cura dei piccoli (quando avvertono un pericolo vicino, alcuni pesci aprono la bocca per permettere ai piccoli di nascondersi all'interno). Di fatto, la bocca dei pesci è così sensibile agli stimoli che il dolore che provano è particolarmente acuto quando viene ferita (per esempio quando vengono presi all'amo).
Anche le aragoste sono animali intelligenti e dalla vita sociale complessa. Possono camminare sul fondo dell'oceano per centinaia di chilometri durante le loro migrazioni stagionali, e possono vivere fino a 100 anni.
Storie e aneddoti
« Sono andata a fare delle immersioni e ho visto con quanta gentilezza i pesci ci accolgono nel loro mondo... rispetto alla violenza con la quale noi accogliamo loro nel nostro. In quel momento sono diventata vegetariana. [Syndee Brinkman] »
La dottoressa Sylvia Earle, uno dei maggiori esperti di biologia marina del mondo, ha dichiarato:
« "Non mangio mai nessuno che conosco personalmente. Non mangerei mai una cernia, come non mangerei mai un cocker spaniel. Sono così di buon carattere, e curiose. Sapete, i pesci sono sensibili, hanno personalità, provano dolore quando vengono feriti". »
Un'altra bella testimonianza viene da un sito italiano:
« Oggi il pesce San Pietro è diventato un caro amico e nuotargli accanto è un'emozione che ogni volta si rinnova. [...] Una volta individuato, mi avvicino al pesce con calma, cercando di capire se il soggetto è disponibile e tranquillo oppure nervoso e pronto alla fuga. Vi sono infatti individui che si concedono per periodi abbastanza lunghi e individui che invece non ne vogliono sapere e, nonostante la non particolare predilezione per il nuoto, riescono comunque a seminare il subacqueo. [...] Abituato a vedere sui libri foto di esemplari morti o al limite disegni, capisco il perché della sua scarsa fama come pesce di rara bellezza. Tutta la grazia e la straordinaria eleganza di un San Pietro mentre nuota nel suo ambiente scompare all'istante se osserviamo la sua foto da cadavere... nei mercati ittici o sui banchi di spacci o ristoranti. [...] Vivere il mare intensamente e con coscienza, al giorno d'oggi, credo sia la cosa più bella che ognuno di noi possa fare per conoscere e tutelare la vita sulla terra, ultimamente dimenticata da quella specie sovrana che qualcuno ha chiamato Homo sapiens sapiens.[Fonte: Sott'acqua con il pesce San Pietro]. »
Filmati
Incontra i pesci
Whale song serenade
Vuoi salvarli?
Questi animali, così affascinanti in natura, con un loro modo di vivere, loro rapporti sociali complessi, nella realtà dell'acquacoltura (allevamenti intensivi di animali acquatici) sono ridotti a poveri esseri sofferenti, e nella realtà della pesca intensiva sono rastrellati dai fondali marini per trovare una morte atroce sui ponti della navi o sui banchi delle pescherie. Nei prossimi paragrafi spiegheremo come vivono e come muoiono queste creature. Ma ricorda che...
La differenza sei TU!
Se vuoi salvare questi animali il modo migliore è... smettere di mangiarli!
Anche la tua salute ne guadagnerà, date le tante sostanze chimiche dannose (antibiotici e altri farmaci, in quelli d'allevamento, mercurio, e altri metalli e inquinanti in quelli catturati in libertà) presenti nelle loro carni.
E' facile, ecco come fare: Salva questi animali!
Come vivono nella realtà...
Oggigiorno l'industria commerciale del pesce utilizza enormi pescherecci "industriali" dalle dimensioni più grandi di un campo da calcio, ed impiega sofisticati strumenti elettronici e comunicazioni via satellite per localizzare i banchi di pesce (le società più grandi fanno uso addirittura di aerei ed elicotteri!). Reti enormi, a volte estese per miglia, si dipanano nell'oceano, inghiottendo tutto e tutti, incluse tartarughe e uccelli marini.
I pescherecci trainano enormi reti nell'acqua, costringendo tutti i pesci sulla loro strada ad ammassarsi verso le estremità chiuse. Per ore, i pesci intrappolati sono strizzati e scossi, assieme a rocce intrappolate nella rete e a detriti oceanici. Lo scrittore William Warner, descrivendo una retata da lui osservata, ha detto: "Il rotolamento prolungato ed il trascinamento all'interno della rete avevano portato i pesci a cozzare l'uno contro l'altro e a desquamarsi reciprocamente. I loro fianchi infatti erano completamente graffiati e grattati."
L'altro modo di sfruttare gli animali acquatici è l'acquacoltura (l'allevamento di pesci in un ambiente controllato). Quasi metà dei salmoni, il 40% dei molluschi ed il 65% dei pesci di acqua dolce consumati al giorno d'oggi, trascorrono la maggior parte della loro vita in cattività.
Strappati via dal loro ambiente naturale, i pesci allevati nelle "acquafattorie" vengono rinchiusi in vasche poste all'interno di costruzioni in acciaio. Sistemi ad alta tecnologia controllano l'afflusso di cibo, luce e la stimolazione della crescita. Farmaci, ormoni e le tecniche dell'ingegneria genetica vengono utilizzati per accelerare la crescita e modificare il comportamento riproduttivo degli esemplari.
... e come muoiono nella realtà
Nella pesca in mare, quando vengono issati dalle profondità marine, i pesci subiscono una dolorosa decompressione. Spesso, l'elevata pressione interna rompe la vescica natatoria, causa la fuoriuscita dei bulbi oculari e spinge l'esofago e lo stomaco fuori dalla bocca.
I pesci più piccoli, come la passera di mare, sono normalmente gettati su letti di ghiaccio tritato: la maggior parte di questi pesci soffoca o viene schiacciata a morte da quelli che li seguono. I pesci più grandi, come il merluzzo, vengono gettati direttamente sul ponte. Il testimone oculare William MacLeish descrive così la suddivisione del pescato: l'equipaggio colpisce il pesce con corti bastoni acuminati chiamati pickers, "gettando merluzzi da una parte e tonni dall'altra". Successivamente la gola e il ventre dei pesci vengono aperti. Nel frattempo il pesce non desiderato (bycatch), che a volte costituisce la maggior parte del pescato, viene scagliato fuori bordo spesso per mezzo di forconi.
Per quanto riguarda l'acquacoltura, i pesci vengono spesso privati del cibo nei giorni o addirittura nelle settimane che precedono la macellazione, allo scopo di ridurre la contaminazione dell'acqua durante il trasporto. Alcuni pesci vengono uccisi senza essere nemmeno storditi; le loro arcate branchiali vengono tagliate e vengono lasciati sanguinare fino alla morte, in preda a convulsioni ed altri evidenti segni di sofferenza. In altri casi gli animali vengono uccisi semplicemente prosciugando l'acqua dalla vasca mandandoli incontro ad un lento soffocamento.
I crostacei vengono tenuti ad agonizzare in piccole vasche, con le chele legate, per impedire loro di muoversi e di attaccare le altre: le aragoste sono animali solitari, abituati a grandi spazi in fondo al mare, trovandosi prigioniere in un posto piccolissimo diventano aggressive. Vengono infine bollite vive senza alcuna pietà, in una lenta agonia, mentre cercano disperatamente di uscire dalla pentola.
Guarda come sono costretti a vivere e morire
Filmato: Anche i pesci soffrono
Filmato: Pesca nell'Atlantico con le reti a strascico
Salvali...
Dipende solo da te.